I Talk Is Cheap sono una band pugliese che affonda gli accordi nelle atmosfere dreamy del post punk, nei riff incalzanti del jangle pop e in un certo romanticismo decadente. Il loro esordio è con l’EP omonimo, da loro stesso definito “eterogeneo, strumentale ma fortemente pop”. Ne abbiamo parlato con loro.

QUANTO VI SENTITE HYPFI? CIOÈ, FATE MUSICA TRISTE MA SIETE PERSONE FELICI?
Siamo sufficientemente tristi da fare musica, e questo ci rende discretamente felici

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL VOSTRO EP, TALK IS CHEAP, E PERCHÉ?
Silhouette, perché racconta di una perpetua rincorsa verso qualcosa che alla fine si rivela un’illusione.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’EP?
Lady Smith, perché ha un carattere più spensierato, tuttavia nessuno dei nostri brani è poi così felice, quindi rimediamo con suoni scintillanti e catchy.

IN CHE MODO LA VOSTRA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Non è nostro intento renderle felici, al massimo il contrario!

QUALI SONO LE VOSTRE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Profumi e balocchi di Claudio Villa, Seasons in the Sun dei Nirvana, Bright Horses di Nick Cave & The Bad Seeds.

Ecco Talk Is Cheap:

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Ogni giorno, UNA CANZONE TRISTE. Perché non c’è niente di meglio che ascoltare qualcosa di triste, per provare a essere un po’ più felici.

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