Marcello Gori è un genovese trapiantato a Milano che scrive canzoni in bilico fra intimismo e ironia, cantautorato ed elettronica, underground e indiepop. Il suo ultimo singolo è Troppi (ok boomer), un inno social-generazionale, liberatorio e graffiante, dedicato a tutti i possibili “boomer” alle prese con il mondo di oggi, fra responsabilità e voglia di evadere, iper-competitività e social network, apocalissi nucleari e problemi psicologici.

Insieme al suo singolo, è lo stesso Marcello Gori a consigliarci 10 canzoni che con la loro malinconia possano renderci felici, perfette da ascoltare subito dopo Troppi (ok boomer):

SmogIt’s Rough
Probabilmente la canzone dal testo più triste che abbia mai sentito, una specie di manifesto sulle difficoltà del vivere condita da un immaginario vagamente splatter, con immagini che difficilmente si dimenticano, tipo l’amico a cui manca un occhio che dice che a volte vorrebbe gli mancasse pure l’altro per non vedere il mondo.

Black Heart ProcessionThe Waiter n.1
Nella discografia di questa band avrei potuto scegliere molte altre canzoni, del resto per loro la tristezza era fondamentale (riesci a immaginare, per una band, un nome più dark?). Ma questa canzone è veramente straordinaria, appena inizia ti senti subito sulla terrazza di un ristorante deserto immerso nella nebbia, davanti a questo inquietante cameriere…

Bonnie ‘Prince’ BillyI See a Darkness
Per chi ha amato quello che al tempo si chiamava “alternative country”, questa canzone era praticamente il manifesto della tristezza vissuta come condizione essenziale della vita. Un classico senza tempo.

Songs: OhiaBody Burned Away
All’inizio degli anni 2000 Jason Molina era uno dei miei cantautori preferiti; amavo la sua abilità a disegnare linee vocali sempre nuove su giri semplicissimi che spesso non cambiavano mai. Quando ho scoperto che era morto, questa è la prima canzone che ho riascoltato.

Purple MountainsAll My Happiness Is Gone
Dave C. Berman, anima dei Silver Jews e poi leader dei Purple Mountains, era un altro personaggio dalla vita complicata che ha finito per ammazzarsi. Questa canzone, scritta pochi mesi prima di morire, è straziante soprattutto per il sound apparentemente allegro che dialoga con un testo durissimo.

RadioheadExit Music (For a Film)
In questa lista non potevano mancare i Radiohead, band di cui ho seguito con passione tutta l’evoluzione. Ricordo il primo ascolto di questo album, “Ok computer”, come una vera e propria rivelazione; e questo brano come uno dei momenti più intensi.

Gino PaoliSassi
Per citare un mio caro amico (anche lui genovese), la musica di Gino Paoli si può definire “l’impero della depressione”, ma questa canzone resta un capolavoro struggente, che già mi piaceva quando da bambino sentivo le cassette dei miei genitori.

Philip GlassMad Rush
Qua non sono sicuro che si possa parlare di tristezza, nel senso che Philip Glass eleva sempre il mio spirito a emozioni che è molto difficile incasellare in una sola parola, anche perché i suoi brani più ispirati mi sembra trattino sempre, in fondo, di quella straorinaria avventura che è vivere (e poi morire). Quello che è sicuro è che mi riesce molto difficile ascoltare questo brano senza piangere.

Domenico ModugnoAmara terra mia
La scoperta di Modugno è avvenuta un po’ più tardi, durante i miei studi teatrali, e questa canzone resta fra le mie preferite, con la sua carica di struggente nostalgia. E per quanto oggi espatriare sia spesso una scelta meno dolorosa di un tempo, questo pezzo mi fa sempre sentire il dolore di ogni addio.

William BasinskiMelancholia II
Altro artista di cui ho consumato i dischi quando avevo vent’anni. Chissà poi perché quando avevo vent’anni sentivo così tanta musica triste… Quello che è certo è che questa sensazione di tristezza liquida non mi ha mai abbandonato, e permea ancora molto del mio approccio al lavoro di musicista.

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