Antihero è il progetto del romano Marco Calderano. Il suo nuovo album, il secondo, è The Deepest Sea, in cui il filo conduttore è una chitarra acustica che costruisce melodie inusuali e accordature aperte in continuo movimento. Ne abbiamo parlato con lui.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Si, per lo più faccio musica “triste” o comunque molto riflessiva. Non credo tanto nella felicità ma nella realizzazione. Cerco di realizzare le mie idee e questo mi fa sentire soddisfatto e pieno. Direi che per me questa è la felicità.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, THE DEEPEST SEA, E PERCHÉ?
L’omonima canzone, The Deepest Sea è sicuramente la più buia, ma è anche piena di speranza. Parla di un momento di crisi nera che si risolve nel rapporto con l’altro da sé.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Changes sicuramente lo è. È ispirata al cambiamento di una donna che ispira quello di un uomo.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Penso che per ascoltare questo disco ci voglia una predisposizione d’animo ben precisa. La parola d’ordine è lasciarsi andare. Penso che poi il riuscire nell’intento godendosi la musica possa, si, rendere felici.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Sicuramente Paranoid Android dei Radiohead, Place To Be di Nick Drake e Darkest Dreaming di David Sylvian.

Ecco The Deepest Sea:

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