Abbiamo già conosciuto gli Epoca22 con i singoli Visualizzare e Notturno, ma ora che la band new wave toscana ha pubblicato l’album La città radiosa ne abbiamo parlato direttamente con loro. Un lavoro che vuole essere il racconto della condizione dell’Uomo contemporaneo, tra bassi potenti e cicli di batteria estranianti, chitarre sferraglianti e riverberi affilati.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FATE MUSICA TRISTE MA SIETE PERSONE FELICI?
Con la musica esprimo quello che sento. E spesso provo dolore. Lo provo guardando il mondo esterno e lo provo anche anche riguardo a questioni inerenti alla mia sfera emotiva. A volte però, come per incanto, mi accorgo di un flebile momento di speranza. È così delicato che mi viene naturale provare a scriverne. Quello che scrivo è quello che provo. Quindi, spesso sento dolore e a volte speranza. Felice e triste in assoluto… credo che sia troppo tardi per me per avere emozioni così totalizzanti.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL VOSTRO ALBUM, LA CITTÀ RADIOSA, E PERCHÉ?
La canzone più triste del disco, se parliamo di malinconia, è Parlami, settima traccia dell’album. In quel testo mi sono totalmente messo a nudo, tanto che avevo paura a fare ascoltare la canzone, a inserirla nel disco. Credo sia un brano complesso e delicato e che meriti attenzione nell’ascolto. Le cose e le persone che mi sono piaciute di più nella mia vita sono state quelle da scoprire passo passo. Parlami è così.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
La canzone più speranzosa del disco è Ultima spiaggia. Il disco è un concept album che ruota intorno a tre temi: Uomo, Città e Natura e alle relazioni che intercorrono tra loro. L’Uomo contemporaneo, solo e avido consumatore, ha realizzato i suoi dormitori, le Città, a propria immagine e somiglianza. Sono luoghi violenti e scabrosi. La Città dell’Uomo ha rilegato la Natura in un angolo. L’ha violentata. La Natura qua non è vista come matrigna, ma come rifugio; come salvezza, come sogno, come Innocenza, la Città rappresenta l’Esperienza. L’Uomo, però, soffre nella sua Città e cerca riparo nella Natura, che però, come dicevo, è sempre meno presente e sempre più arida e scarnificata. L’Uomo violentando la Natura, ha violentato se stesso. È un circolo vizioso dal quale non riusciamo a uscire, forse neanche ce ne rendiamo conto. Ultima spiaggia è un ode alla natura, ai “coperti fiori della notte”, massima espressione della sua delicatezza ambientata in un paesaggio lunare.

IN CHE MODO LA VOSTRA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Potrebbe rendere felice chi ascolta perché è musica onesta: non ci sono orpelli; non ci sono ganci; non ci sono paraculate. La schiettezza a volte può rendere felici e magari può diventare anche contagiosa.

QUALI SONO LE VOSTRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Gianluca: Mother di John Lennon. Sebastiano: Myth dei Beach House. Dennis: A Bad Dream dei Kean. Mario: Space Song dei Beach House.

Ecco La città radiosa:

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