Sequoia è un progetto che si radica nel profondo terreno della tradizione della musica d’autore italiana, robusta nera corteccia dell’alternative rock e forti rami dal persistente fogliame punk. Il nuovo album, La Terra Santa, è composto da dieci tracce, dieci viaggi letterari e poetici, vergati con maestria popular ed attitudine punk, sotto l’egida del produttore Matteo Cantaluppi che dopo aver riportato in auge, rinverdendolo, il suono 80’s, si cimenta col decennio successivo. Dieci storie di personaggi alle prese coi propri demoni e alla ricerca ognuno della propria Terra Santa. Ne abbiamo parlato con loro.

QUANTO VI SENTITE HYPFI? CIOÈ, FATE MUSICA TRISTE MA SIETE PERSONE FELICI?
Siamo persone mediamente felici e dei veri e propri cazzoni, non fatevi ingannare dalla nostra musica! I Sequoia sono quindi HypFi al 100%.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL VOSTRO ALBUM, LA TERRA SANTA, E PERCHÉ?
La canzone più triste è forse proprio la title track La Terra Santa. È un omaggio ad Alda Merini attraverso la rivisitazione di una delle sue poesie più belle e conosciute, che ha appunto lo stesso titolo del nostro brano. Parla delle mura di confinamento del manicomio e della malattia mentale, ma anche di redenzione e di fede. In più l’intensissima e drammatica interpretazione che ci ha regalato Joe dei La Crus col suo featuring dona alla canzone un pathos ancora più profondo. Una meravigliosa tristezza.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Sicuramente Bellamerica. Non perché sia un pezzo allegro, tutt’altro, ma è un brano che quando lo ascolti la prima volta ti sembra già di conoscerlo, come succede solo alle più grandi canzoni e ti viene da canticchiarlo o fischiettarlo allegramente.

IN CHE MODO LA VOSTRA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Il nostro album d’esordio contiene canzoni che parlano di amori spezzati, poeti, assassini, malviventi, naufraghi, sirene e naviganti. Gli amanti della canzone d’autore abbinata ad un sound anni Novanta, coloro i quali amano le murder ballads, un certo tipo di songwriting e un certo tipo di mood sonoro avranno di che essere felici. Promesso.

QUALI SONO LE VOSTRE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Al terzo posto mettiamo I See a Darkness di Will Oldham, a voi scegliere se nella versione originale o nel capolavoro immortale che Johnny Cash ci ha regalato con la cover contenuta negli American Recordings. Alle prime due posizioni del podio se la giocano due pezzi molto diversi tra loro, Baby One More Time di Britney Spears e il classico natalizio White Christmas a riconferma, se mai ce ne fosse realmente bisogno, che sono spesso le canzoni più scanzonate o che nascono con intenti gioiosi a serbare invece un’aura sinistra e malinconica, una mestizia nera come la pece.

Ecco La Terra Santa:

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