Avevamo già conosciuto Angelo Romano con il singolo Noia, ora ritroviamo il musicista siciliano con La repubblica del bilocale, il suo nuovo album che nasce dall’urgenza di presentare la sua visione artistica attraverso l’uso della propria lingua madre e dalla coincidenza del suo rientro in Sicilia dopo 15 anni in giro all’estero. Il tutto con l’obiettivo di consegnare la sua anima ferita su un piatto con un mezzo passetto di danza. Ne abbiamo parlato con lui.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Non mi ritengo né triste né felice. Facendo una citazione sofisticata, vivo “felicità a momenti” e la mia musica non è altro che uno specchio del mio animo nel momento in cui la scrivo, e delle storie che mi impongo di raccontare.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, LA REPUBBLICA DEL BILOCALE, E PERCHÉ?
È un album strapieno di potenziali canzoni tristi… Probabilmente Totum Revolutum, ispirato dai primi giorni della guerra in Ucraina e dai racconti di una ragazza che era fuggita all’improvviso dalle bombe russe a Kiev. Però, ad esempio, nemmeno Galleggia e Kafka scherzano riguardo a tristezza!

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Forse Flâneur, un pezzo abbastanza rock sulla mia vecchia abitudine di farmi camminate lunghe per eliminare la tensione, con Elucubrazioni (critica scanzonata alle app di dating) come potenziale alternativa.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Ogni animo è differente e risponde diversamente in base a quali corde vai a toccare. Non ho la presunzione di voler spiegare i miei pezzi, ma ritengo che, con un ascolto scevro da pregiudizi e
con mente aperta, i momenti di felicità saranno inevitabilmente diversi. Del resto, forse è uno dei miei album più “positivi” se possibile!

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Non ne ho tre in assoluto. Mentre rispondo a questa domanda, la radio nel bus Palermo-Mazara alle 8.50 di sabato mattina sta mettendo Fai rumore di Diodato che è oggettivamente molto triste, quindi la mettiamo! Per le altre due, oggi scelgo Ada dei National e Grace di Jeff Buckley, per andare sul sicuro.

Ecco La repubblica del bilocale:

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