Vago, il nuovo alterego musicale di Marco Fontana, esordisce con Camminare sulla Luna. Un nuovo inizio che si condisce di un immaginario cinematografico e che vuole raccontare l’amore, quello instabile: un gioco delle parti che a volte danzano all’ unisono altre si muovono su basi differenti, per molti un segreto di longitudine. Questo brano racconta il rapporto tra un viaggiatore da fermo e la sua metà, la sua ancora di salvezza. Legati dal sentimento, diversi e sempre in balia delle onde.

Insieme al suo singolo, è lo stesso Vago a consigliarci 10 canzoni che con la loro malinconia possano renderci felici, perfette da ascoltare subito dopo Camminare sulla Luna:

Daniel NorgrenAs Long as We Last
Un’ondata di malinconia. Un brano dondolante e incerto con un’atmosfera invernale. Scoperta nel film Le Otto Montagne ad ogni ascolto è lì che torno, a cavallo tra le stagioni. Sento l’odore degli alberi tagliati e il rumore della neve che sciogliendosi torna alla sua origine.

KarateThis Day Next Year
Una canzone lunghissima costruita sull’incastro di chitarra elettrica basso e batteria. Il finale è un loop in crescendo che definirei distensivo, per me inspiegabilmente lacrime. Il modo di raccontare del cantante chitarrista Jeoff Farina riesce a trasportarmi altrove. Unsolved è per me un disco fondamentale e formativo, questo pezzo ne è la perfetta chiusura.

Daniele SilvestriInsieme
Ci sono tanti modi per leggere i rapporti di coppia. Qui Silvestri ci invita ad avere uno sguardo alternativo sulla coppia. Un approccio quasi psicologico sull’effetto dell’abitudine e del non detto. Ricordo la gioia di ascoltarla all’infinito per dirmi ok, se n’è andata con un altro e non ci avevo capito niente.

Francesco De GregoriBene
Non so se “il DeGre” abbia mai avuto un’idea chiara sul significato della canzone. Le immagini poetiche raccontano un rapporto sicuramente conflittuale. Uno dei brani da ascoltare quando voglio stare bene con le lacrime agli occhi. La tensione dei pochi accordi e la loro gestione riescono a donare all’ascoltatore una tensione costante mista a curiosità. Una bomba emotiva che non esplodendo risuona dentro.

Etta JamesI’d Rather Go Blind
Etta ti spacca a metà. Hai la sensazione che lei stessa sia aperta da una ferita che le ha toccato il cuore ed emerge ogni volta che il fiato trasforma il suono in canto. Qui canta la sofferenza per un tradimento in un crescendo di orgoglio che farebbe scappare a gambe levate anche l’ultimo dei traditori. Scoperta nel film “Cadillac Records” grazie all’interpretazione di Beyoncé questa regina del jazz – blues – soul ha la potenza comunicativa che in poche riescono a trasmettere.

Pink FloydThe Great Gig in the Sky
Ero giovane, avevo imparato a mettere i vinili sul piatto senza graffiarlo. Mio padre, orgoglioso, mi consigliò qualche disco. Mentre la testina affrontava i solchi scrutavo avidamente l’interno del vinile, a un certo punto arriva questa roba. Non ho altro da aggiungere.

Tete de boisNon si può essere seri a 17 anni
Una bellissima trasposizione in musica di una poesia di Leò Ferrè. Un’amore mi fece scoprire questa canzone che ritengo un gioiello. Lo stesso amore mi lasciò il disco in eredità prima di affettarmi il cuore. Non avevo più 17 anni ma si sa, l’uomo matura con calma.

Joni MitchellBlue
Altro vinile che mi ha sconvolto. Questa è una delle canzoni che riesco ad ascoltare solo in vinile. La voce di Joni è perfetta per il calore dei solchi. Quando l’ho ascoltata la prima volta ero piccolo e curioso, non avevo idea di cosa volessero dire quelle parole inglesi ma sentivo una tranquillità intrigante che da allora mi avrebbe sempre restituito un pò di sana malinconia.

Van MorrisonSweet Thing
Siamo sempre a cavallo tra gli anni 60 e i 70, l’epoca che da musicista non smetterò mai di ringraziare. Questo è uno di quei pezzi in cui senti i sentimenti che muovevano la creatività in quell’epoca. Senti il fermento, senti i sogni visionari e la comunità. La tristezza, sinceramente, è legata al concerto di Van Morrison a cui mi recai con l’entusiasmo di un bambino. Scoprii che invecchiando si cambia, a volte troppo. Io triste.

Banco del Mutuo Soccorso750.000 anni fa… l’amore?
L’umanità, l’intelligenza, la voce proveniente da un’epoca lontana. Di Giacomo e il Banco del mutuo soccorso raccontano un amore nel Pleistocene quando l’uomo herectus era ancora un traguardo. L’amore viscerale e sviscerato dalla potenza del canto in un tessuto musicale prezioso. Il “..fosse vero” di Di Giacomo provoca brividi ad ogni ascolto. Un inno struggente all’amore passionale e privo di razionalità

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