In venticinque anni di carriera, Matt Elliott ha alternato progetti a nome suo ad altri come The Third Eye Foundation, ma in ogni album ha saputo sempre uscire dagli schemi, con una sua particolare originalità che unisce folk e musica elettronica. Farewell to All We Know è il titolo del suo nuovo album, un disco fatto di delicate atmosfere e di sonorità complesse che il cantante di Bristol riesce a rendere familiari all’orecchio dell’ascoltatore, che finirà per innamorarsene. Abbiamo parlato con Matt per saperne di più.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Direi di essere normale sotto molti aspetti. Voglio dire, soffro di depressione ma in realtà non è così strano di questi tempi, tanto che gli psicologi iniziano a pensare che la depressione sia la normale risposta a un sistema profondamente ingiusto e davvero stressante. A me piace ridere tanto quanto mi piace pensare a cosa rispondere alle domande più difficili, ma devo dire che alcuni si stupiscono del fatto che a volte faccio degli scherzi davvero stupidi. Tendo a scrivere quando sono triste e anche la mia prima prima esperienza con la musica da ragazzino, che mi ha davvero stravolto l’anima, è stata grazie a una musica triste, che mi ha commosso senza che davvero sapessi come o per quale motivo. Quarant’anni dopo mi rendo conto di fare musica triste, ma non lo faccio per rendere le persone tristi… quali siano i processi mentali o perché la mente la interpreti come triste, rimane un mistero.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, FAREWELL TO ALL WE KNOW, E PERCHÉ?
Sono tutte piuttosto tristi, me devo ammettere che la title track lo è più delle altre, visto che parla di noi come di una specie che sta perdendo tutto, cosa che credo stia davvero succedendo al giorno d’oggi.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Suppongo Guidance is Internal

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Ad essere onesto non lo so, ma molti mi scrivono per dirmi che la mia musica è di conforto, alcuni mi raccontano anche dettagli molto personali e finisco sempre per commuovermi.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Dream Letter di Tim Buckley è incredibilmente triste, immagino sia stata scritta pensando a Jeff, Porgy and Bess di Nina Simone mi rende sempre triste e Little Person di Jon Brion dal film Synecdoche, New York mi fa piangere, ma perché ho davvero adorato quel film. Come extra aggiungerei la canzone alla fine di Orizzonti di gloria di Stanley Kubrick (The Faithful Hussar cantata da Christiane Kubrick n.d.r.), che mi fa versare lacrime ogni volta che vedo il film. Comunque ci sono davvero tante canzoni tristi straordinarie, queste sono solo le prime che mi sono venute in mente.

Ecco Farewell to All We Know:

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